“Il visionario è l’unico vero realista” ha scritto una volta Federico Fellini. (…)
E attraverso attraverso la metafora, la deformazione, l’ironia che si volge in caricatura e brucia nella satira più caustica e mordace, Patrizia Comand con questa sua imponente opera ha costruito un grande, alluvionale, allucinato racconto d’immagine ispirato – appunto - alla vera realtà del nostro presente, nelle sue bizzarre contraddizioni e nella follia delle sue catastrofi umane, pur ispirandosi a un testo di oltre 500 anni fa . (…)
Oggi la Comand, nella suggestione elegante della mano, è senz’altro una delle più singolari e interessanti pittrici figurative italiane. La sua poetica è esplicitamente ludica, ma di una giocosità assolutamente non gratuita o fine a se stessa, di un ésprit de divertissement che non abbandona il mondo, che non dimentica le cose e le loro contraddizioni: non è qualcosa fatta per distrarsi o per distrarre…
Al contrario.
A conferma dell’assioma di Schiller dell’arte come gioco, e del gioco come libertà dell’immaginazione, questa nostra acutissima autrice è capace, con questo suo spettacolare capolavoro, di interpretare il mondo e di restituire, con la sua impertinente bellezza, un senso “civile” all’arte contemporanea. (…)
Ma l’arte, quando è spinta dalla fantasia creativa e sorretta dall’abilità rappresentativa, ci coinvolge nel suo fascino. |