GIOVANNI MARIOTTI



GIOVANNI MARIOTTI


da “ LA NAVE DEI FOLLI “, ed. FrancoMaria Ricci,
Fontanellato, 2017

Vedo diciotto metri quadri di superficie dipinta; in alto, da un capo all’altro, la strisciata di una notte senza stelle, al cui centro campeggia una grossa falce di luna : mutevole, intermittente corpo celeste che - è risaputo – presiede agli umori dei lunatici.

Il profilo di un’antica imbarcazione corrisponde, col suo sviluppo curvilineo, alla gobba dell’astro che naviga nel cielo; e l’albero spezzato suggerisce che in un’epoca indeterminata – forse in una bolla fuori del tempo, tanto che verrebbe da pensare : da sempre – il natante sia andato incontro a un serio, anzi tragico, incidente. (…)

L’impressione è che tutto sia frutto di un disastro originale, nella stessa accezione usata quando si parla di peccato originale – anche quello un serio incidente, dalle conseguenze abbastanza tragiche, oltrechè persistenti oltre l’immaginabile. (…)

Patrizia Comand ci informa di essersi “liberamente ispirata” a La nave dei Folli, raro e curioso caso di bestseller in rima baciata, opere di Sebastian Brant, vissuto a cavalcioni fra Strasburgo e Basilea e fra XV e XVI secolo.

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