Paolo Levi

PAOLO LEVI

da “L’ILLUSIONE DEL SOGNO” , Editoriale Giorgio Mondadori,
Milano, 2007.

(…) L’inventiva del tutto originale di Patrizia Comand gioca su prosperosi corpi femminili di grande plasticità; sono immagini sorprendenti, il cui merito va al segno accurato, alla stesura luminosa e variegata, alle impercettibili sfumature che esplorano le pieghe delle carne nuda.

I fondi sono invece costruiti seguendo la lezione della pittura informale, quindi neutrali e antinaturali, lasciando libero lo spazio narrativo alle figure femminili, che a volte campeggiano sole al centro dell’opera, e in altri casi in un gruppo coordinato, ma sempre in posture dinamiche come quelle di una performance circense, o bloccate in un riposo teso, fisicamente innaturale.

Le unisce un’assoluta serenità giunonica, una grinta che ha una sistematicità espressiva. (…) Il genere maschile semplicemente non c’è; in compenso sembra di capire che l’autrice voglia simbolicamente evocarlo, sottintenderlo, e anche un poco sbeffeggiarlo, facendolo guizzare, volare, attorcigliare sotto forma di pesce, uccello e persino serpente, ma con un ruolo di comprimario in un universo totalmente femminile.

Del resto queste presenze rivelano la loro natura mitica – e quindi il loro simbolismo onirico – per il fatto stesso che non rispettano le leggi di natura: i pesci per lo più volano e in un paio di casi rappresentano un’inedita idealità creativa; un serpente punta dritto alla mela tenuta in mano da una Eva dormiente; un gufo apre le ali e si porta in volo, tenendola per un piede, una donna a testa in giù (…) In realtà non ci è dato sapere quali siano le verità nascoste dietro queste apparizioni così mitiche, ma anche così concretamente reali. (…) Qualunque sia la risposta qui si scorge e si apprezza la cultura museale di un’artista insolita, un gusto scenografico non comune, una manualità impeccabile, una notevole sensibilità cromatica e plastica.

E, dietro tutto questo, anche l’eco di una risata intelligente.

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