Quante volte abbiamo ammirato gli angeli e le figure allegoriche dipinti dal grande Tiepolo sulle volte dei soffitti e nelle tele. La figura in sembianze umane sospesa nell’aria senza tempo né luogo; c’è una gioia a evocare spazi immensi, inconoscibili, vinti dalla figura umana che diventa padrona del cielo (…) Le figure della Comand sono però grasse, robuste e vincono l’aria col loro stesso peso, come una sfida.
E’ chiaro che nel loro esercizio acrobatico si insinua quella sottile ironia che la Comand ha ereditato da Gianfilippo Usellini che fu suo maestro a Brera. Ma la Comand ha viaggiato molto e forse ha avvertito anche l’ironia sudamericana di Botero, lei che in quella zona del mondo ha trascorso qualche anno.
Ma , in rapporto a quella pittura di facile populismo, la Comand mantiene una delicatezza tutta europea, direi addirittura veneziana con quei gentili sfumati che ricordano il nostro grande Settecento, da Fragonard alla Carriera. |